Negli ultimi anni, lavoro agile e lo smart working sono diventati elementi centrali nell’organizzazione del lavoro, accelerati dall’emergenza sanitaria e oggi sempre più presenti nei modelli ibridi adottati dalle aziende. Ma se parlare di smart working, lavoro da remoto e lavoro agile è ormai all’ordine del giorno, molto spesso questi termini vengono utilizzati come sinonimi, senza una reale distinzione e senza una strategia chiara a supporto.
Il punto, però, non è solo dove si lavora, ma come le aziende accompagnano questo cambiamento. Senza strumenti adeguati, il rischio è creare modelli poco equilibrati, che penalizzano l’engagement delle persone e generano discontinuità nei benefit e nel welfare aziendale. Comprendere la differenza diventa quindi il primo passo per costruire soluzioni sostenibili, capaci di garantire flessibilità, equità e valore sia per l’azienda sia per i collaboratori.
Qual è la differenza tra lavoro agile e smart working?
Quando si parla di smart working e lavoro agile, spesso si tende a usarli come sinonimi. In realtà, esistono differenze importanti che incidono direttamente sull’organizzazione del lavoro e sulla gestione delle persone.
Il lavoro agile è un concetto più ampio, introdotto anche a livello normativo, che fa riferimento a una modalità di lavoro basata su flessibilità di tempi, luoghi e strumenti, con un focus sui risultati piuttosto che sulla presenza. Non si tratta quindi solo di lavoro da remoto, ma di un approccio che ripensa processi, responsabilità e autonomia delle persone.
Lo smart working, invece, viene spesso utilizzato per indicare in modo generico il lavoro da remoto o il lavoro svolto fuori dall’ufficio. Nella pratica aziendale, però, il termine smart working finisce per descrivere una soluzione operativa – lavorare da casa o in modalità ibrida – che non sempre è accompagnata da una reale revisione del modello organizzativo.
In sintesi, la differenza tra smart working e lavoro agile sta nell’approccio: il primo è spesso una modalità di esecuzione del lavoro, il secondo una strategia più strutturata che coinvolge cultura aziendale, processi e strumenti.
Smart working e lavoro agile: perché sono ancora importanti?
Se correttamente progettati, lavoro agile e smart working rappresentano una leva strategica concreta per le aziende, non solo in termini di flessibilità, ma anche di competitività. Modelli di lavoro più dinamici permettono infatti di rispondere meglio alle esigenze delle persone, migliorando il bilanciamento tra vita professionale e privata e contribuendo a rafforzare motivazione ed engagement.
Dal punto di vista organizzativo, lo smart working e il lavoro da remoto favoriscono una gestione più efficiente del tempo e delle risorse, spingendo le aziende a misurare le performance sui risultati piuttosto che sulla presenza. Questo cambio di prospettiva consente di ottimizzare i processi, ridurre sprechi e valorizzare maggiormente le competenze individuali, soprattutto nei contesti in cui autonomia e responsabilizzazione sono fattori chiave.
Inoltre, adottare modelli di lavoro agile ben strutturati ha un impatto positivo anche sull’employer branding. Le aziende che investono in soluzioni flessibili e sostenibili risultano più attrattive per i talenti e più competitive in un mercato del lavoro sempre più orientato al benessere e alla qualità dell’esperienza lavorativa.
Le criticità del lavoro agile senza un supporto adeguato
Quando però il lavoro agile e lo smart working non sono accompagnati da un supporto adeguato, i limiti emergono rapidamente. Il lavoro da remoto, infatti, se gestito in modo frammentato o improvvisato, rischia di trasformarsi da opportunità a fonte di discontinuità, incidendo negativamente su motivazione, senso di appartenenza e qualità dell’esperienza lavorativa.
Una delle criticità più evidenti riguarda la disparità di trattamento tra chi lavora in presenza e chi opera in modalità di smart working. Benefit, strumenti e attenzioni spesso restano ancorati a un modello tradizionale, pensato per l’ufficio, creando squilibri che nel tempo possono minare l’equità interna e il clima aziendale.
In assenza di una visione strutturata, anche il lavoro agile perde efficacia: la flessibilità diventa disorganizzazione, l’autonomia si trasforma in isolamento e la mancanza di politiche chiare rende difficile per HR e management garantire continuità e coerenza. È proprio in questo punto che emerge la necessità di ripensare il welfare e i benefit come elementi trasversali, capaci di supportare tutte le modalità di lavoro.
Buoni pasto e lavoro da remoto: un connubio fondamentale
In un contesto in cui lavoro agile e smart working ridisegnano l’organizzazione del lavoro, garantire continuità nei benefit diventa un elemento chiave delle politiche HR. Prevedere i buoni pasto anche per chi opera in lavoro da remoto non rappresenta un’estensione formale di un beneficio esistente, ma una scelta strategica orientata alla coerenza e all’equità.
Il fatto di lavorare fuori dall’ufficio non modifica le esigenze quotidiane delle persone né il valore della pausa pranzo come momento di equilibrio nella giornata lavorativa. Integrare i buoni pasto nei modelli di smart working e lavoro agile consente alle aziende di offrire un supporto concreto e uniforme, evitando disparità tra collaboratori in presenza e a distanza.
Dal punto di vista organizzativo, questa scelta contribuisce anche a semplificare la gestione del welfare, rendendo i benefit realmente trasversali rispetto alle diverse modalità di lavoro. Inserire i buoni pasto in una strategia strutturata di lavoro significa rafforzare il benessere delle persone e sostenere modelli di lavoro flessibili in modo efficace e sostenibile nel tempo.
Buoni pasto e smart working: affidati a Top Partners
Una volta compreso il valore che i buoni pasto possono offrire sia alle persone sia all’azienda, diventa fondamentale individuare la soluzione più coerente con le proprie esigenze organizzative, operative e di welfare.
In questo percorso, Top Partners affianca le aziende mettendole in contatto con alcuni dei principali e più affidabili fornitori di buoni pasto presenti sul mercato, facilitando il confronto tra le diverse opzioni disponibili e aiutando a selezionare quella più in linea con il modello di lavoro adottato. Tra i nostri partner puoi trovare:
- Edenred, con i Ticket Restaurant®, completamente deducibili e accettati in una rete estesa di oltre 150.000 esercizi convenzionati, tra bar, ristoranti, supermercati e servizi di food delivery.
- 360 Welfare, che propone una soluzione flessibile con un’unica carta utilizzabile su due circuiti, Yes!Ticket e BluBe, pensata per offrire ampia copertura e praticità di utilizzo.
- Satispay, una soluzione interamente digitale e dematerializzata, ideale per chi ricerca un benefit moderno, sostenibile e utilizzabile in oltre 200.000 punti vendita fisici e online in tutta Italia.
- Pellegrini, l’unico operatore in Italia che consente l’utilizzo dei buoni pasto tramite POS bancario, combinando semplicità operativa e una rete capillare di esercizi convenzionati.
- Day con i suoi buoni pasto fruibile tramite card e app e spendibili in oltre 150.000 esercizi fisici e online. Oltre alla flessibilità operativa, Day integra nel proprio modello obiettivi sociali e ambientali, offrendo un welfare orientato al benessere delle persone e alla sostenibili
Per scegliere in modo consapevole, è possibile richiedere informazioni e preventivi personalizzati, valutando variabili come costi di gestione, servizi inclusi, ampiezza della rete convenzionata e livello di supporto offerto.





