Welfare aziendale come funziona per le imprese e i dipendenti

Tutto ciò che bisogna sapere sul welfare aziendale: la normativa fiscale, i vantaggi e i principali benefit

welfare aziendale

Per welfare aziendale si intendono l’insieme di beni e servizi che un’impresa eroga ai propri dipendenti. Il suo scopo è quello di aumentare il benessere collettivo dei lavoratori e riequilibrare il loro work-life balance. Le prime forme di welfare risalgono all’inizio del ‘900 e ad oggi sono più essenziali che mai. In un mondo dove i confini tra vita privata e vita lavorativa sono sempre più labili, il welfare è uno strumento necessario per mantenere i dipendenti soddisfatti e produttivi.

Il welfare aziendale è dunque un vantaggio competitivo per le imprese ed è sicuramente più conveniente di erogare premi in denaro grazie agli sgravi fiscali permessi dalla normativa. Nei prossimi paragrafi parleremo dei fringe benefit, dei flexible benefit e di tutti i vantaggi per imprese e dipendenti.

Indice

Welfare aziendale cos'è

Definizione di welfare aziendale? Dare una definizione specifica è difficile perché all’interno del welfare convivono benefit e prestazioni molto diverse tra loro. In generale però, il welfare complementare è tutto l’insieme dei beni e servizi che l’azienda eroga alla propria forza lavoro e ha come obiettivo principale quello di migliorare il benessere dei collaboratori e delle loro famiglie.

Assistenza sanitaria, voucher e convenzioni per acquisti o servizi a prezzi scontati sono tra le misure generalmente più note al grande pubblico in materia di welfare aziendale. Ben più vario è tuttavia l’insieme di iniziative attraverso le quali, nella forma non tanto di denaro quanto piuttosto di beni e servizi a integrazione del sistema retributivo monetario, le aziende possono farsi carico dei bisogni dei propri dipendenti e dei loro familiari, venendo così ad assumere una funzione d’integrazione sussidiaria dalla valenza anche sociale. Funzione il cui valore è peraltro riconosciuto anche dallo Stato, che consente, entro i limiti fissati dalla legge, la detassazione dei servizi eventualmente forniti dall’azienda.

Tendenzialmente queste prestazioni integrative sono facoltative, ma ci sono dei casi in cui il welfare aziendale è obbligatorio. Ad esempio quando questo è inserito nei contratti collettivi (CCNL) di settore o quando è inserito in accordi sindacali o aziendali.

Welfare aziendale vantaggi per le aziende e dipendenti

Quando si parla di welfare, si parla di uno strumento strategico che aiuta le aziende e i dipendenti ad essere più produttivi. Una forza lavoro appagata ha performace migliori. Non solo, i vantaggi passano dalle agevolazioni fiscali dei finge benefit e dei flexible benefit (di cui parleremo dopo) all’eventuale ritorno in termini di retention (fidelizzazione del personale) ed employer branding.

Indubbiamente, farsi carico di un piano di welfare aziendale richiede degli investimenti, anche notevoli, in termini di tempo, risorse umane ed economiche. Ma un’impresa sana e di successo non può fare a meno, per essere e mantenersi tale, di avere un clima aziendale positivo e dei dipendenti soddisfatti, che, a loro volta, possono diventare un’utile leva strategica per attrarre nuove risorse di talento.

In altri termini, la possibilità di distinguersi dai propri competitor anche grazie al welfare aziendale rappresenta sempre più spesso, soprattutto per medie e grandi imprese, una modalità essenziale per attrarre capitale umano di valore, da un lato, e favorire la retention di risorse valide, dall’altro.

Miglioramento del clima di lavoro e della qualità delle relazioni interne all’azienda, maggiore motivazione dei dipendenti e aumento del livello di engagement da parte dei propri collaboratori sono dunque, in quest’ottica, solo alcuni dei risultati tangibili di come il welfare aziendale possa favorire la stabilità di un’impresa e migliorare, di riflesso, la quantità e la qualità del lavoro svolto al suo interno. Diverse indagini evidenziano infatti come l’erogazione di servizi di welfare aziendale favorisca l’instaurarsi di un rapporto positivo di fiducia tra azienda e dipendente, aumentando la motivazione e il senso di appartenenza di quest’ultimo.

Quali benefit rientrano nel welfare aziendale?

I benefit welfare aziendali sono molti e diversificati per andare incontro a tutte le necessità dei lavoratori e delle loro famiglie. Ognuno, a seconda dello stile di vita, dello stato civile, della presenza di figli a carico e molte altre variabili, avrà bisogno di benefit diversi.

Tra i principali benefit a disposizione delle imprese e dei lavoratori, oltre a sanità, istruzione e previdenza per tradizione visti come i pilastri del welfare aziendale ci sono quelli legati all’area ricreativa, passando per il cellulare aziendale e i servizi di conciliazione, vale a dire tutte quelle misure pensate con un occhio di riguardo per la conciliazione tra vita lavorativa e privata del lavoratore:

  • Assistenza sanitaria integrativa: si tratta di un’assistenza sanitaria complementare a quella pubblica. Permette ai dipendenti di effettuare visite specialistiche e altre prestazioni nei centri convenzionati.
  • Buoni shopping e buoni benzina: i cosiddetti buoni acquisto sono ottimi per lasciare libertà di scelta ai dipendenti. Con questi ticket aziendali si possono acquistare i più svariati beni e servizi: dalla benzina, ai vestiti, a prestazioni di vario genere. I principali ticket welfare sono i ticket compliment (i buoni selection q8 specifici per il rifornimento), i cadhoc e yes gift.
  • Servizi di trasporto collettivo casa-lavoro: nel welfare rientrano tutte quelle soluzioni di mobilità che aiutano i dipendenti a spostarsi nel tragitto casa lavoro. Ricordiamo che esiste anche una figura specializzata: il mobility manager.
  • Istruzione a rimborso: la formazione è una grande parte del welfare in azienda. Le risorse umane sono l’asset più importante per le imprese e vanno coltivate. Investire sulla formazione con il welfare aziendale significa essere più competitivi sul mercato.
  • Assistenza a familiari anziani o non autosufficienti.
  • Assicurazioni rischio non autosufficienza e malattia grave.
  • Contributi previdenziali e assistenziali: con lo stato attuale del mondo del lavoro e delle politiche pensionistiche statali, i lavoratori farebbero bene a prestare molta attenzione ai fondi pensionistici privati e di settore. I benefici fiscali sono indubbio.
  • Mutui e finanziamenti: il welfare si presta anche per la richiesta di mutui e finanziamenti per altri progetti.

 

I buoni pasto, altro benefit estremamente richiesto, non fanno parte del welfare aziendale (né dei fringe benefit né dei flexible benefit). La normativa dei buoni pasto ha un’altra legislazione e prevede che i buoni pasto cartacei sia esenti fino a 4€ mentre quelli elettronici e digitali fino a 8€. In più, per le aziende c’è l’IVA agevolata al 4% e deducibili al 100%, mentre per le P.IVA e per le ditte individuali, l’IVA è al 10% con la possibilità di detrarre fino al 75% delle spese. Tra i migliori fornitori di buoni pasto troviamo: Ticket restaurant edenred, day buoni pasto, yes ticket buoni pasto, sodexo buoni pasto.

Come realizzare un buon piano di welfare?

Come scegliere i benefit giusti per la tua forza lavoro e implementare un buon piano di welfare che realmente abbia gli effetti desiderati? La prima azione da fare è ricerca. Attraverso questionari personalizzati distribuiti ai dipendenti e attraverso un’attenta revisione, è possibile, per il reparto hr, definire una strategia coerente con gli obiettivi aziendali e con le necessità dei dipendenti. In ogni caso la parola chiave deve essere flessibilità proprio per garantire a ogni lavoratore e lavoratrice la possibilità di decidere il benefit migliore e negli anni cambiarli a seconda delle proprie necessità.

Ma il welfare può anche essere utilizzato come regalo aziendale. I premi di risultato sono tassati e risultano come reddito da lavoro dipendente. I benefit welfare invece, come vedremo, hanno una tassazione di favore e dunque sono ottimi per essere erogati come premi di risultato ma anche come regalo aziendale di natale.

Welfare aziendale normativa fiscale

Un elemento che può poi risultare vantaggioso sia per le aziende sia per i dipendenti è quello della natura fiscale: semplificando, potremmo dire che, a mezzo di piani di welfare, può essere offerto ai lavoratori un panel di servizi e benefit non monetari il cui valore, a parità di costi aziendali sostenuti, risulta essere superiore rispetto a quello generato dall’erogazione diretta della corrispondente cifra in busta paga.

L’attuale normativa welfare aziendale (TUIR, Testo Unico delle Imposte sui Redditi) prevede infatti che tali beni non concorrano alla formazione di reddito da lavoro dipendente e consentono all’azienda di beneficiare della deducibilità dei costi, favorendo peraltro (almeno a livello potenziale) forme di investimento in tecnologie, produttività e sviluppo che possono riverberarsi positivamente su lavoratori e imprese.

Flexible benefit o fringe benefit?

Una distinzione importante per capire meglio gli sgravi fiscali è quella tra flexible benefit e fringe benefit. Queste due categorie possono sembrare uguali ma sia a livello fiscale che giuridico godono di differenti sgravi e normative. Vediamole nel dettaglio:

Fringe Benefit: tali welfare benefit sono considerabili come un contributo extra allo stipendio dei lavoratori. I fringe benefit sono dunque complementari e possono essere erogati anche a categorie non omogenee di lavoratori. Inoltre, data la loro complementarietà, hanno un tetto di esenzione massimo. Stabilito per il 2022 a 258,23€.

Flexible benefit: i flexible benefit aziendali sono invece una retribuzione complementare e devono, per legge, essere erogati a categorie omogenee di dipendenti. Infatti sono spesso presenti nel CCNL di riferimento o in accordi sindacali. Tale questione rende la loro erogazione obbligatoria per il datore di lavoro che assume del personale sotto determinati CCNL o accordi. La fiscalità è decisamente più vantaggiosa perché, se non per alcune categorie, non c’è limite di esenzione.

Flexible benefit

Flexible benefits cosa sono: abbiamo già appurato che i flexible benefit sono servizi complementari e collettivi. Sono regolamentati, per la maggior parte dei lavoratori, dai CCNL o da contrattazioni sindacali. Per tali motivi sono totalmente detassati e non prevedono contribuzione da parte del lavoratore a prescindere dalla cifra emessa (se non per alcune eccezioni).

Tra i servizi senza limite di esenzione troviamo: rette per scuole e università; abbonamenti per i trasporti; spese per assistenza ad anziani e persone non autosufficienti; costi di corsi di formazione, palestre e musei.

Tra i servizi che invece hanno un tetto di esenzione troviamo: interessi su prestiti e mutui: 50% diff. Tra TUR e tasso applicato; Assistenza sanitaria integrativa: € 3.615,20; Previdenza integrativa: € 5.164,27.

Fringe benefit 2022

La normativa fiscale che legifera sui fringe benefit aziendali cambia ogni anno e segue la legge di bilancio. Nel 2020, e rinnovata per il 2021, era stata approvata la manovra che prevedeva il raddoppio della soglia massima di esenzione. Dalla soglia basa di 258,23€ era possibile, per i datori di lavoro, defiscalizzare il welfare fino a 516,46€.

Per quanto riguarda il 2022 invece non è stata riapprovata la manovra che prevedeva il raddoppio e dunque, salvo eventuali ripensamenti, per il 2022 la soglia massima di esenzione è quella standard.

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