Industria 4.0: recovery plan e digitalizzazione aziendale

Industria 4.0: con i provvedimenti del recovery plan il futuro del lavoro e della produzione diventano digitali

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Indice

Tra le misure coinvolte nel cospicuo pacchetto di riforme previste dal recovery plan, sono particolarmente corposi i provvedimenti in merito all’industria 4.0 e alla digitalizzazione aziendale.

Procediamo con ordine: lo scorso 29 aprile è stato approvato il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), altresì detto “Recovery Plan Italiano”. Questo piano nazionale di ripresa è teso (come dice il nome stesso) alla ripresa sociale ed economica dell’Italia. Il provvedimento è parte del Next Generation EU (NGEU), ovvero un programma finanziato dall’Unione Europea per stimolare la crescita economica post-Covid19 degli stati dell’Unione. L’Europa ha messo a disposizione dell’Italia 221.5 miliardi di euro per riuscire in questo obiettivo.
Questa somma di denaro sarà ripartita tra 6 macro-obiettivi principali che abbracciano una moltitudine di temi come la mobilità sostenibile, la transizione ecologica e la rivoluzione verde, infrastrutture per la mobilità, salute, equità sociale, e la digitalizzazione del sistema produttivo.

Industria 4.0: perché questa transizione è importante

Perché industria 4.0? Con l’avvento del digitale, non solo nella sfera privata e dell’intrattenimento, ma anche in quella lavorativa, negli ultimi anni si parla di una vera e propria “quarta rivoluzione industriale”, ovvero quella serie di processi che stanno trasformando la produzione industriale verso una logica più automatizzata e interconnessa. Saranno coinvolte 4 macro-aree di sviluppo in merito alla digitalizzazione dei processi industriali e alla realizzazione di un’industria 4.0:

Utilizzo di dati, connettività e potenza di calcolo

Questi si declinano nell’utilizzo, interpretazione e calcolo di big data e open data, nell’internet of things (ovvero la diffusione di internet nella società e nelle funzioni della vita quotidiana), machine to machine (M2M), dove si interfacciano via wi-fi dei sistemi informatici e il cloud computing.

Analytics

Il processo tramite il quale si analizza e si ricava valore dalla mole mastodontica di dati raccolti.
Ad oggi, solo l’1% dei dati viene realmente utilizzato e valorizzato. Le aziende potrebbero investire sull’analisi di questi dati, sul machine learning e perfezionare sempre più l’automazione dei processi.

Interazione uomo-macchina

Banalmente, il modo in cui le persone si interfacciano con le tecnologie, quindi l’interazione uomo-macchina pone come obiettivo un miglioramento di interattività e responsività di touch screen e lo sviluppo della realtà aumentata.

Dal digitale al reale ​

Questo tema coinvolge la manifattura additiva, ovvero quei processi industriali impiegati per fabbricare oggetti partendo da modelli computerizzati. Questo metodo produttivo andrebbe a sostituire i processi di produzione “sottrattivi” come il tornio, dove partendo da un pieno, si va a sottrarre meccanicamente del materiale. Nel processo di manifattura additiva sono coinvolti la stampa 3D, la robotica, e tutte quelle tecnologie utili per sfruttare al meglio l’energia, ottimizzando le prestazioni.

Questi provvedimenti sono tesi a rivoluzionare e rimodellare la vita lavorativa, rendendola più efficiente, produttiva, smart, interconnessa e pratica, oltre che nell’ottica della sostenibilità ambientale.

Industria 4.0: la digitalizzazione del lavoro

Il mondo del lavoro sta cambiando e sta virando sempre più verso la digitalizzazione e la delocalizzazione. Questo processo è stato drasticamente accelerato nell’ultimo anno, quando l’emergenza Corona Virus ha costretto molte realtà allo smart working. Per riuscire a lavorare “delocalizzati” è fondamentale non solo disporre della tecnologia informatica adatta, ma anche delle competenze tecnologiche per usare questi sistemi. Con digitalizzazione del lavoro però non si intende solo la creazione ed il miglioramento delle architetture digitali e di comunicazione, ma anche la creazione di macchine e automatismi per digitalizzare i processi produttivi dell’industria.

Il primo punto del PNRR verte proprio sulla digitalizzazione del lavoro. A questa misura sono stati dedicati ben 50,06 miliardi di euro così ripartiti in tre interventi progettuali:

  • € 10,95 miliardi per digitalizzazione, innovazione e sicurezza della pubblica amministrazione
  • € 30,98 miliardi per innovazione, digitalizzazione e competitività del sistema produttivo
  • € 8,13 miliardi per turismo e cultura.

Industria 4.0: la digitalizzazione della pubblica amministrazione

Anche i piani di digitalizzazione devono raggiungere gli importanti obiettivi fissati dalla 2030 agenda: il 100% dei servizi di pubblica amministrazione dovrà essere digitalizzato e online. Inoltre, per effettuare una vera digitalizzazione ed un’automazione efficace dei processi, serve aggiornare le competenze del personale.

Parte del budget della misura sarà dedicato a colmare il gap digitale competitivo tra Italia e Europa e l’aggiornamento delle competenze è la punta di diamante di questo processo.  Inoltre, si ritiene che la digitalizzazione della pubblica amministrazione possa essere un apripista per la digitalizzazione del settore privato. C’è l’esigenza di agevolare i processi di trasformazione digitale delle imprese italiane creando e potenziando gli strumenti tecnologici per permettere quella che sarebbe una transizione epocale che non solo renderebbe più veloce ed efficiente il settore pubblico, ma ne mitigherebbe la cattiva fama di lentezza e scarsa efficienza.

Industria 4.0: la digitalizzazione del sistema produttivo

Se parte fondamentale di questi processi di digitalizzazione comprendono un utilizzo massivo di dati in cloud e della rete internet, è logico pensare che ci debba essere un sostanzioso potenziamento della velocità per navigare in rete. Dei quasi 31 miliardi di euro stanziati per la digitalizzazione del sistema produttivo, 5,31 saranno spesi per la creazione della rete ultraveloce 5G e banda larga. Si vuole potenziare anche la rete fissa, che dovrebbe arrivare ad 1gbps ed essere ulteriormente estesa a livello territoriale, oltre che implementata nelle scuole per garantire un’istruzione di maggior livello.

Ulteriori € 750 milioni saranno utilizzati per investimenti ad alto contenuto tecnologico, ovvero macchinari, impianti e attrezzature all’avanguardia per rinnovare il sistema produttivo. Verranno anche destinati € 18.4 miliardi per la transizione 4.0.

Industria 4.0: la transizione 4.0

Il piano di transizione 4.0 rinnova le agevolazioni a sostegno degli investimenti per la trasformazione digitale delle imprese italiane. Il credito d’imposta riguarda gli investimenti in beni (materiali e immateriali) acquistati tra il 1° gennaio 2020 e il 30 giugno 2022.

Per i beni immateriali 4.0 il credito d’imposta riconosciuto è fino al 20% per investimenti fino a 1 milione di euro nel 2021

Per i beni materiali 4.0 sugli investimenti del 2021, invece, il credito è pari

  • Al 50% del costo per investimenti fino a € 2,5 milioni
  • Al 30% del costo per investimenti compresi tra € 2.5 milioni e € 10 milioni
  • Al 10% del costo per investimenti compresi tra € 10 milioni e € 20 milioni

Per quanto riguarda gli investimenti in beni materiali 4.0 relativi al 2022, il credito d’imposta sarà così strutturato:

  • Al 40% del costo per investimenti fino a € 2,5 milioni
  • Al 20% del costo per investimenti compresi tra € 2,5 milioni e € 10 milioni
  • Al 10% del costo per investimenti compresi tra € 10 milioni e € 20 milioni

Sugli investimenti in ricerca, sviluppo, innovazione e design invece l’aliquota è pari a:

  • 20% su una spesa in attività di ricerca e sviluppo compresa fra € 3 milioni e € 4 milioni di euro
  • Compresa tra 6% e 10% con un investimento in innovazione tecnologica e design compreso tra € 1,5 milioni e € 2 milioni.
    L’aliquota sale invece al 15% per investimenti su progetti legati alla transizione ecologica o l’innovazione digitale 4.0

Automazione ed efficienza sono due termini chiave per lo sviluppo dell’industria 4.0. e numerose realtà italiane si stanno muovendo in questa direzione. Tra queste ci sono due aziende che puntano sulla marketing automation come DVR Italia e Nurtigo. La loro core-activity consiste nello sviluppare software tesi ad automatizzare i processi, in ambito CRM / Marketing e migliorando la conversion grazie all’implementazione di percorsi di lead nurturing.   

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