Fit for 55: 8 iniziative dell’Europa per il clima

Fit for 55: cosa cambia per le aziende italiane e per i cittadini?

fit for 55

Indice

Fit for 55, o in italiano pronti per 55%, è il nuovo piano europeo che vuole, attraverso diverse iniziative, cercare di ridurre entro il 2030 le emissioni di carbonio del 55%.

Vediamo in breve le motivazioni e gli obiettivi che hanno portato l’Europa a redigere questo pacchetto oltre che 7 iniziative destinate a rivoluzionare lo stile di vita dei paesi membri.

Fit for 55: in breve

Lo scorso 14 Luglio, Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione Europea, ha presentato insieme ad altri Commissari il progetto Fit for 55. Questo ambizioso piano ha come obiettivo la riduzione delle emissioni inquinanti del 55% (rispetto al 1990) per il 2030 e si inserisce nel percorso del Green Deal Europeo che vorrebbe l’Europa emission free nel 2050.

Nonostante la presentazione di questo progetto abbia ricevuto anche responsi negativi, i Commissari che lo hanno presentato sono tutti convinti che non c’è più tempo da perdere e che per lasciare alle nuove generazioni un pianeta sano bisogna agire adesso.

Fit for 55: le 8 iniziative europee per contrastare il cambiamento climatico

Tra le proposte presentate, sono 7 quelle che più andranno ad impattare gli stati membri, le loro aziende e i loro cittadini. Vediamole nel dettaglio per capire esattamente cosa cambierà per l’Italia.

1) Fit for 55: riforma del sistema di scambio di quote

L’ETS, ovvero il sistema di scambio di quote di emissione, implementato dall’Unione Europea ha permesso, nei passati 16 anni di ridurre del 42,8% le emissioni inquinanti provenienti da industrie con alto tasso di dispendio energetico. Con questo punto l’UE mette altre limitazioni e aumenta ancora il tasso di riduzione annuo.

Su questa linea, l’UE propone di eliminare per l’industria del trasporto aereo le quote di emissioni gratuite. Ciò permetterebbe di allinearsi al CORSIA cioè al sistema globale di compensazione delle emissioni inquinanti per il trasporto aereo. Inoltre si vorrebbe includere il trasporto marittimo nell’ETS.

Per promuovere il cambiamento in queste industrie verrebbe istituito un fondo per l’innovazione. In più gli stati sarebbero costretti a spendere le entrate guadagnate con l’ETS per la modernizzazione e la riduzione di sprechi energetici e per ridurre l’impatto sociale sui cittadini e sulle piccole imprese europee.

Una delle opzioni che si presentano al settore delle aziende è implementare soluzioni green attraverso il welfare aziendale. Troviamo infatti sempre più spesso piani di welfare con opzioni sostenibili che le aziende e i possessori di P.IVA possono attivare per aumentare il benessere sia dei lavoratori che del pianeta.

Queste azioni green integrate nel welfare aziendale inoltre portano un ritorno di immagine positivo per l’azienda, sono soluzioni 100% deducibili e defiscalizzate e infine contrasteranno il cambiamento climatico.

2) Fit for 55: condivisione degli sforzi

Gli obiettivi sono pensati per essere regolati sulle situazioni di ogni singolo paese membro. Ciò significa che l’Europa tiene realmente conto delle capacità di ogni Stato e divide equamente gli sforzi per raggiungere la neutralità nelle emissioni inquinanti.

3) Fit for 55: protezione e conservazione degli ecosistemi che assorbono il carbonio

L’Europa pone come obbligatoria la conservazione e la protezione di tutti quegli habitat naturali che assorbono naturalmente il carbonio in eccesso nell’atmosfera. Le foreste all’interno del territorio dell’UE devono quindi essere rese, secondo questo progetto, più resilienti e sane. Sarà compito degli Stati membri migliorarne la qualità con rimboscamenti (si prevede di piantare ben 3 miliardi di alberi) e leggi che ne preservino la biodiversità.

4) Fit for 55: transizione verso un sistema energetico sostenibile

Dato che il 75% delle emissioni provenienti dall’UE derivano dai processi di produzione e uso di energia, si mira con questo punto ad incentivare l’utilizzo di energie rinnovabili e non inquinanti. Concretamente, l’obiettivo è quello di utilizzare almeno il 40% di energie verdi entro il 2030. Settori come quello dell’edilizia e dei trasporti saranno tra i più colpiti da questa riforma.

5) Fit for 55: misure più stringenti per le emissioni dei trasporti

Come già abbiamo accennato, il settore dei trasporti sarà uno tra i più colpiti. L’Europa prevede infatti di varare leggi più stringenti in materia di emissioni di anidride carbonica che proviene da automobili e furgoni. Si vuole così dare una spinta verso una mobilità sostenibile e ad impatto zero.

A partire dal 2030 le emissioni delle auto dovranno calare del 55% e dal 2035 del 100%. Per questo motivo ogni Stato membro è tenuto a migliorare significativamente la propria infrastruttura di ricarica e rifornimento per incoraggiare la popolazione e le aziende a comprare veicoli a combustibili alternativi. Si prevede che sulle strade ogni 150 kilometri ci sarà un punto di rifornimento ad idrogeno e ogni 60 kilometri un punto di ricarica per l’elettrico.

Per quanto riguarda invece il trasporto aereo e quello marittimo, con i progetti “ReFuelEU Aviation” e “FuelEU Maritime”, l’UE vuole obbligare i maggiori fornitori di carburante per questi settori ad aumentare la quota di carburanti sostenibili.

6) Fit for 55: revisione della tassazione dell’energia

Per promuovere e incentivare l’utilizzo di energie rinnovabili a basso impatto ambientale, l’Europa vuole rivedere completamente il sistema di tassazione dell’energia. Ciò migliorerebbe il mercato unico europeo e sosterrebbe la transizione verde permettendo a chi usa energie sostenibili di accedere a sgravi fiscali e ingenti incentivi. In questo modo di velocizzerebbe il processo di riduzione delle emissioni di tutta l’UE riducendo al minimo l’impatto sociale su aziende e privati.

7) Fit for 55: impedire la rilocazione delle emissioni di carbonio

L’Europa ha poi progettato un nuovo meccanismo per fissare il prezzo del carbonio per le importazioni da altri stati non comunitari. Tale azione impedirà che le emissioni di carbonio vengano rilocate fuori dall’Europa e permetterà di ridurre a livello globale le emissioni inquinanti.

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