Top Partners ha intervistato il Dottor Giovanni Letizia, partner dello Studio Martinelli, per saperne più sul credito d’imposta e sui vantaggi per le imprese dal punto di vista dei commercialisti. Un tema poco conosciuto ma molto interessante che abbiamo esplorato in ogni suo elemento.
Continua a leggere per sapere cosa dicono gli esperti sul credito d’imposta e come può essere d’aiuto per il tuo business.
Indice
Ci racconti la storia dello Studio Martinelli, la sua mission e di cosa si occupa
Lo Studio Martinelli ha un’anzianità di quasi 10 anni e si è sempre contraddistinto e caratterizzato per uscire dal solito clichè dello studio commercialista: si è focalizzato sul concetto di consulenza ai clienti e non sul mero adempimento delle pratiche burocratiche che il fisco ogni anno impone. A testimonianza di questo lo studio è sempre stato molto sensibile a tutti quei contributi che ci sono per le aziende di cui spesso purtroppo le stesse non sono a conoscenza per scarsa informazione.
Lo Studio Martinelli pone l’accento sull’aspetto consulenziale e di problem solver con particolare riferimento a mettere in contatto le aziende e i clienti con questi canali di contributi a fondi perduto, di fondi europei e crediti di imposta.
È chiaro che se un cliente arriva e ci chiede solo la contabilità lo facciamo, ma preferiamo e ci dà più soddisfazione fornire altri servizi come il credito di imposta. Noi ci definiamo dei professionisti anomali perché non chiediamo soldi ma li portiamo.
Lo Studio Martinelli ha un’anzianità di quasi 10 anni e si è sempre contraddistinto e caratterizzato per uscire dal solito clichè dello studio commercialista: si è focalizzato sul concetto di consulenza ai clienti e non sul mero adempimento delle pratiche burocratiche che il fisco ogni anno impone. A testimonianza di questo lo studio è sempre stato molto sensibile a tutti quei contributi che ci sono per le aziende di cui spesso purtroppo le stesse non sono a conoscenza per scarsa informazione.
Noi ci definiamo dei professionisti anomali perché non chiediamo soldi ma li portiamo.
Cos’è il credito d’imposta?
Innanzitutto cosa non è il credito d’imposta: il credito di imposta non è una somma di denaro. Non viene fatto un bonifico nel conto corrente dell’azienda. Il credito d’imposta è una cifra di denaro che si può utilizzare soltanto in compensazione nel modello F24. Questo è un modello predisposto dall’agenzia delle entrate che serve alle aziende e liberi professionisti a pagare tutti i tipi di tasse ed anche adempimenti contributivi legati alla gestione del personale previsti dall’ordinamento e dalla legislazione fiscale italiana. Cosa significa compensare? Significa che io ho un credito d’imposta, una somma che mi permette di azzerare parzialmente o totalmente l’F24, il debito che si è originato nei confronti dello stato.
Come lo Studio Martinelli è arrivato ad occuparsi del credito d’imposta?
Noi siamo stati pionieri, già nel 2015 siamo stati uno dei primi studi in Italia ad occuparci del credito d’imposta per l’innovazione, la ricerca e lo sviluppo che, al tempo, non conosceva praticamente nessuno.
Questa è una vecchia legge del Governo Renzi con l’allora ministro Carco Calenda il quale creò il cosiddetto “indotto industria 4.0” e nella quale c’era questo credito d’imposta ricerca e sviluppo che voleva premiare le aziende che si davano da fare, che innovavano, che creavano prodotti nuovi oppure miglioravano notevolmente sia a livello di usability che a livello di componentistica prodotti già esistenti.
Questo provvedimento si è sviluppato negli anni 15-16 fino ad arrivare al 20. C’è anche oggi, ma purtroppo ha perso di significato perché non è più così conveniente per le imprese e per le aziende. Gli anni d’oro sono stati quelli del 2017-1018 dove si poteva addirittura recuperare il 50% delle spese fatte su un investimento. Immaginativi un investimento di 400.000€ e l’azienda poteva recuperarne 200.000€.
Per fortuna successivamente è venuto fuori un altro credito di imposta (Credito di Imposta formazione 4.0) che è quello che noi stiamo cavalcando. Anche qui siamo stati pionieri perché non lo conosceva nessuno quando abbiamo iniziato ad occuparcene nel 2018. Il nostro primo cliente per il credito di imposta formazione 4.0 fu un’azienda che sapeva di averne diritto ma non trovava nessuno che glielo sapesse fare. Questa azienda aveva anche al tempo un accordo sindacale necessario. Il credito d’imposta 4.0 all’inizio era infatti subordinato ad un accordo sindacale. Questo è stato uno dei motivi per cui c’è stato un certo ostracismo da parte delle aziende. A quell’azienda di elettronica però abbiamo fatto prendere qualcosa come 35.000€ e tutt’oggi è nostra cliente e ha fatto ancora il credito di imposta anche negli anni successivi.
Come funziona il credito d’imposta: un esempio di un’azienda che si avvale di questa soluzione
Facciamo un esempio molto semplice: l’F24 più grosso per le aziende di solito arriva il 15 del mese perché l’azienda, se ha del personale, deve pagare i cosiddetti contributi fiscali quindi l’IRPEF (nella quale l’azienda fa da sostituto d’imposta per conto dei propri dipendenti) e i contributi INPS (il cosiddetto DM10). Supponiamo che l’azienda debba pagare 5000€ quel mese. A seguito di un nostro intervento e dopo aver verificato che aveva diritto ad un credito di imposta, facciamo conto che abbia maturato un credito di imposta di 10.000€. Il credito di imposta ha un codice tributo ben identificato e quindi l’azienda staccherà 5.000€ per andare ad azzerare completamente l’F24 che deve pagare con il risultato che lei avrà adempiuto ai propri obblighi il 15 del mese perché di fatto ha pagato, ma la cosa buona è che non ha di fatto l’esborso monetario quindi è un vero e proprio cash flow. I 5000€ che l’azienda avrebbe dovuto pagare ce li ha disponibili per investire in altre direzioni di conseguenza è un vero e proprio ricavo perché è un mancato costo.
Il credito di imposta formazione ma anche ricerca e sviluppo e tutti quelli di cui noi ci occupiamo, possono essere usati per compensare qualsiasi tributo. Io prima ho parlato dell’IRPEF e dei contributi dei dipendenti, ma non solo. Si può compensare l’IVA, si può compensare le ritenute d’acconto, si può compensare l’IRAP, l’IRES, i tributi locali e le varie addizionali. Quindi si possono compensare tutti quei codici tributo che trovano posto nell’F24.
In pratica l’F24 è suddiviso in sezioni e il credito di imposta si va ad inserire nella sezione erario, che è la prima partendo dall’alto, dove andrò a scrive 6857 per il credito di imposta ricerca e sviluppo o 6897 per il credito d’imposta formazione 4.0 seguito dall’anno di competenza cioè l’anno in cui si è maturato questo credito. Inoltre mettere nella colonna importo accredito quell’importo che di fatto algebricamente rende a zero l’intero F24.
Quali sono i vantaggi del credito d’imposta per gli imprenditori?
Partiamo dal presupposto che il credito d’imposta è del fatturato che però non fa parte della cosiddetta gestione caratteristica dell’azienda, cioè non è legato a che cosa vende l’azienda. Però è un ricavo molto interessante perché è totalmente esente dalle tasse. Se l’azienda totalizza questo ricavo e lo mette insieme a quello della gestione caratteristica abbellisce il bilancio perché magari dalla gestione ordinaria può avere una piccola perdita di bilancio e con questo credito di imposta un bilancio in perdita diventa inutile. Si ha quindi un effetto benefico anche nei confronti degli enti terzi, degli enti bancari perché migliora molto il rating. Una banca quando vede che un’azienda ha preso il credito d’imposta avrà una reazione positiva perché l’azienda è stata ritenuta meritevole di prendere dei soldi.
Inoltre il credito di imposta fa parte dell’asset dell’azienda se non l’ha consumato tutto e soprattutto poi non scade. Non deve essere consumato entro l’anno di maturazione ma può essere portato anche negli anni successivi perché tanto fa riferimento l’anno di competenza.
Infine, vale la pena sapere che questa possibilità esiste perché potrebbe indurre l’azienda, in caso di ristrettezze economiche o periodi di crisi, a valutare l’ipotesi se fare più formazione (tra quella prevista dal provvedimento) al posto che mettere in cassa integrazione le persone che come si può immaginare ha un effetto devastante sul clima aziendale. Al contrario la formazione fa crescere nel dipendente un sentimento di riconoscenza verso l’azienda.
Quali sono gli ambiti di applicazione del credito d’imposta?
Distinguiamo tra credito di imposta ricerca e sviluppo e credito di formazione 4.0. Per il primo ovviamente serve la ricerca e lo sviluppo ed è più facile per le aziende di produzione. Anche su un servizio si può innovare ma è più difficile perché essendo intangibile è più difficile da dimostrare. Poi ci sono i settori ad alto contenuto tecnologico che sono avvantaggiati proprio per la peculiarità del settore.
Anche se è vero che entrambi i crediti non hanno limiti sugli aspetti dimensionali, per ricerca e sviluppo può anche non esserci personale dipendente perché magari ci sono i due soci che hanno le competenze e sviluppano. Per quanto riguarda formazione 4.0 invece devono essere aziende di con dipendenti e per dipendenti intendo dagli apprendisti ai dirigenti. No stagisti, no tirocinanti, no cocopro, no cococo. Aziende parliamo di tutti i settori merceologici anche se non nascondo che ci sono settori maggiormente avvantaggiati.
Il credito d’imposta per la formazione è intrinsecamente più democratico perché più flessibile e alla portata di tutti, mentre il credito di imposta ricerca e sviluppo è classista: se non fai ricerca non hai diritto. La formazione la fanno tutte le aziende e tante aziende pur facendo formazione non sanno che hanno diritto a questa misura.
Per quanto riguarda il credito formazione, quando mi approccio ad aziende con alto contenuto informatico o aziende di robotica, di elettronica o anche di efficientamento energetico va da sé che è molto più semplice. Però anche un’azienda di produzione meccanica se ha fatto degli investimenti in macchinari 4.0, la relativa formazione che deve essere fatta alla manovalanza per poterla utilizza rientra.
Ricordiamo che ricerca e sviluppo e formazione sono due provvedimenti distinti e sono anche, se l’azienda ha i requisiti, cumulabili. Inoltre nel 21, il credito d’imposta formazione è stato migliorato rispetto al 20 perché hanno incluso dei costi che nel 20 non erano inseribili. Un esempio sono i costi dei docenti degli enti abilitati e certificati. Questo costo nel 21 è diventato recuperabile; l’importante è che in fattura sia evidenziata chiaramente il numero delle ore di formazione per il costo orario di formazione. Ciò in modo che noi nel conteggio possiamo andare a prendere il valore da cui poi scorporare il credito d’imposta spettante in base alle dimensioni dell’azienda.
I costi del credito d’imposta formazione 4.0
Al nostro studio, il credito d’imposta formazione 4.0 sta facendo la fortuna perché è un sistema win to win: vinciamo noi e soprattutto vince l’azienda perché entro certi ambiti la nostra parcella viene pagata dallo stato. La parcella infatti può essere inserita nel credito d’imposta maturata entro un certo limite (5.000€).
Chiaramente il nostro preventivo viene stabilito in base alla mole di lavoro che c’è da fare, al numero dei corsi e alla frequenza perché maggiore il numero dei corsi maggiori sono i controlli da fare. Però se viene fuori una parcella di 8.000/9.000€ e l’azienda si porta a casa 55.000/60.000€, all’azienda non gli è costato 8.000€ ma 3.000€ perché gli altri 5.000€ li ha recuperati. La domanda è qual è quell’investimento che a fronte di 3.000€ te ne porti a casa 50.000€?
Inoltre l’azienda si scarica l’intera fattura. Cioè l’azienda ha un costo fisso di 3.000€ ma la fattura viene fatta da 8.000€ e viene registrata come spese di consulenza per 8.000€. L’azienda ha, per questo motivo, un vantaggio per quanto riguarda il livello civilistico fiscale nel pagamento delle imposte. In 30anni di carriera il dottor Martinelli non ha mai visto uno strumento del genere.
Il credito d’imposta 4.0 si può ancora recuperare per le aziende ritardatarie, il 19 no e neanche il 18 perché ci voleva l’accordo sindacale e chiaramente non si può fare un accordo sindacale dopo, bisognava farlo work in progress. C’è ancora il 21 e c’è ancora il 22. Il messaggio è: “aziende avete tempo e ad oggi c’è largo anticipo per poter organizzare le attività formative previste dal provvedimento”.
Quando si può iniziare ad utilizzare il credito d’imposta maturato?
Contrariamente ai provvedimenti che c’erano qualche anno fa per cui bisognava raccogliere tutta la documentazione e poi inviarla all’agenzia delle entrate (e i tempi di attesa erano lunghissimi), oggi con il credito di imposta formazione e ricerca e sviluppo invece non serve portare niente all’agenzia delle entrate. Lo stato italiano ha deciso di dare la funzione deliberativa, certificativa e autorizzativa all’ordine dei revisori nazionali italiani di cui fa parte il dottor Martinelli.
Il nostro studio è in grado di dare consulenza e prendere per mano l’azienda dall’inizio fino alla fine certificazione compresa. Alla fine noi rilasciamo la certificazione, la perizia dove si afferma come si è arrivati al credito d’imposta maturato dall’azienda. Tutto ciò viene consegnato all’interno di un file pdf ed anche in un faldone rilegato timbrato e firmato dal revisore in ogni sua pagina. Riteniamo che fornire anche un volume sia un sintomo di serietà. Se un domani ci fossero dei confronti e dei controlli, il faldone verrebbe considerato sintomo di serietà dal revisore. Inoltre dei volumi vengono fatte due copie per tutelare l’azienda; una data all’azienda e una che viene tenuta da noi in caso di disaster recovery.
Il nostro studio è in grado di dare consulenza e prendere per mano l’azienda dall’inizio fino alla fine certificazione compresa.
Perché un imprenditore dovrebbe affidarsi ai vostri servizi?
Per un semplice motivo: siamo stati tra i primi in Italia ad occuparcene e ormai abbiamo un’expertise, una seniority di 70 pratiche fatte tra il 2018 e il 2020 di tutte le dimensioni. Nel 2020 abbiamo infatti gestito 40 aziende e quindi fatto 40 pratiche che hanno generato credito d’imposta tra i 7.500€ e i 130.000€. Abbiamo un ventaglio di aziende più o meno grandi, più o meno complesse di tutti i settori merceologici che si affidano a noi ogni anno.
Siamo sul pezzo dall’inizio e abbiamo seguito l’evolversi del provvedimento con i suoi aspetti migliorativi e soprattutto siamo in grado di prendere per mano e alleviare l’azienda da tutte le incombenze di monitoraggio costante della formazione erogata. Quando le aziende non hanno all’interno del personale addetto che compila i registri e tutta la documentazione noi proponiamo un servizio di monitoraggio (che nel 20 è stato chiesto da 5 delle aziende nostre clienti) che comprende: la predisposizione con l’azienda dell’esigenza formativa, il piano formativo e inoltre un monitoraggio costante. Il monitoraggio prevede degli incontri mensili o una volta ogni tre mesi che servono a fare il censimento dei corsi fatti e quantificarli in modo da poter dire “ad oggi l’azienda avrebbe tot credito d’imposta”. Questo servizio work in progress ha anche un altro vantaggio per l’azienda: facendo la verifica sul momento la documentazione sarà subito pronta e questo permette all’azienda già a gennaio/febbraio di poter fare la pratica di perizia finale e di poter utilizzare il credito d’imposta tra le prime. Siamo in grado di prendere per mano il cliente e portalo fino al godimento di questo contributo.
Lo studio Martinelli ha clienti in tutta Italia perché di fatto possiamo avere un duplice approccio: sia online che dal vivo. Per le aziende che vogliono conoscerci dal vivo andiamo perché ci permette di conoscere nuove realtà, mentre chi preferisce mantenere un certo grado di distanza e un certo grado di rapporto professionale gestiamo tutto online.