Quando si parla di buoni pasto, si pensa spesso a un benefit riservato ai dipendenti aziendali. In realtà, anche chi lavora in proprio può approfittare di questo strumento per migliorare la gestione quotidiana delle spese e beneficiare di vantaggi fiscali interessanti.
L’acquisto di buoni pasto per i liberi professionisti, infatti, è possibile e regolato da normative precise, che distinguono tra professionisti in regime ordinario, lavoratori autonomi senza dipendenti e partite IVA individuali in regime forfettario.
Questo articolo fa chiarezza su tutto ciò che serve sapere: chi può usufruirne, in che modo, quali sono i limiti previsti e quali soluzioni sono più adatte per gestire in modo semplice e vantaggioso i buoni pasto per i liberi professionisti.
Buoni pasto per liberi professionisti: chi ne ha diritto?
Non tutti i liberi professionisti possono acquistare buoni pasto e portarli in deduzione fiscale, ma esistono diverse possibilità in base alla forma giuridica e al regime fiscale adottato.
Innanzitutto, i buoni pasto per liberi professionisti sono accessibili a:
- titolari di partita IVA individuale in regime ordinario,
- lavoratori autonomi senza dipendenti (sempre in regime ordinario),
- liberi professionisti con dipendenti.
I ticket restaurant per liberi professionisti, come quelli per dipendenti, possono essere acquistati da fornitori autorizzati e utilizzati nel rispetto di alcune condizioni. L’aspetto determinante è che l’utilizzo dei buoni pasto sia inerente all’attività professionale: per esempio, legato alla necessità di consumare pasti durante l’orario di lavoro.
Chi opera invece in regime forfettario, come vedremo nel paragrafo dedicato, non può dedurre i buoni pasto né detrarre l’IVA, in quanto questo regime non consente la deduzione analitica delle spese.
Detraibilità e deducibilità dei buoni pasto per i liberi professionisti
Nel 2025, il quadro normativo conferma quanto già previsto negli anni precedenti per i lavoratori autonomi e i liberi professionisti: è possibile dedurre i buoni pasto, ma solo rispettando precise condizioni. A regolare questo aspetto è l’art. 54, comma 5 del TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi), che stabilisce i limiti per chi esercita attività di lavoro autonomo in forma individuale.
In particolare, un libero professionista senza dipendenti può dedurre fino al 75% del costo dei buoni pasto, entro un tetto massimo pari al 2% dei compensi percepiti nell’anno fiscale. Questo significa che il beneficio fiscale è legato al fatturato e ha un limite quantitativo, ma resta comunque uno strumento utile per alleggerire il carico fiscale sulle spese sostenute per i pasti durante l’attività lavorativa.
Oltre alla deducibilità, è possibile anche detrarre l’IVA applicata all’acquisto dei buoni pasto, purché l’utilizzo sia effettivamente connesso all’attività professionale. In questi casi, l’IVA è generalmente fissata al 10%, e può essere portata in detrazione nel rispetto del principio di inerenza.
Diverso, invece, è il trattamento per chi ha dipendenti: in quel caso, la deducibilità sale al 100% e l’IVA applicata scende al 4%, proprio come accade per le aziende. Si tratta di un vantaggio ulteriore per i professionisti con una struttura più organizzata.
Buoni pasto per liberi professionisti: e il regime forfettario?
Per i professionisti che aderiscono al regime forfettario, la situazione è differente. Questo regime, pensato per semplificare la gestione fiscale delle partite IVA con ricavi contenuti, non prevede la deducibilità analitica delle spese, incluse quelle per i buoni pasto.
In pratica, chi rientra nel forfettario non può scaricare né il costo dei buoni pasto né l’IVA associata, perché il reddito imponibile viene calcolato applicando un coefficiente di redditività ai ricavi, senza considerare le singole voci di spesa.
Nonostante questo limite, anche un libero professionista in regime forfettario può comunque acquistare buoni pasto, ad esempio per una gestione più comoda e digitale delle spese personali legate all’alimentazione, o per approfittare di circuiti convenzionati utili durante la propria attività lavorativa. In questi casi, i buoni non offrono un vantaggio fiscale, ma possono rappresentare una scelta utile sul piano organizzativo.
Buoni pasto per lavoratori autonomi: i vantaggi
Anche quando il vantaggio fiscale è parziale – o assente, come nel caso del regime forfettario – i buoni pasto restano comunque uno strumento utile per i liberi professionisti. Oltre alla deducibilità, infatti, offrono numerosi benefici pratici, che vanno oltre l’aspetto strettamente economico.
Ecco perché sempre più lavoratori autonomi scelgono di integrarli nella propria routine professionale:
- Gestione semplificata delle spese quotidiane: un unico strumento, tracciabile e pratico, per coprire i pasti durante l’attività lavorativa.
- Ampia rete di utilizzo: validi in migliaia di ristoranti, bar, supermercati, food delivery ed e-commerce, in tutta Italia.
- Formato digitale e paperless: soluzioni moderne, integrabili con le principali app di pagamento, ideali per chi lavora in mobilità.
- Controllo e pianificazione: aiuta a separare facilmente le spese professionali da quelle personali, migliorando la gestione finanziaria.
- Accesso a benefit aziendali anche da freelance: una leva in più per chi vuole migliorare la qualità del proprio lavoro, anche senza essere parte di una struttura aziendale.
Buoni pasto per lavoratori autonomi: l’offerta di Top Partners
Per aiutarti a individuare la soluzione più adatta, ecco una panoramica dei principali fornitori attivi oggi sul mercato.
Buoni pasto: Edenred
I Ticket Restaurant, i buoni pasto firmati Edenred, sono completamente deducibili e accettati da una delle reti più ampie d’Italia, sono utilizzabili in oltre 150.000 esercizi convenzionati, tra bar, ristoranti, supermercati e servizi di food delivery.
Perché scegliere Edenred:
- Flessibilità: semplicità nella gestione e ampia libertà d’uso per i dipendenti.
- Versatilità: disponibili sia in versione cartacea che digitale.
- Convenienza: vantaggi fiscali e un’assistenza commerciale su misura.
- Affidabilità: un brand di riferimento nel settore, con decenni di esperienza alle spalle.
Buoni pasto: 360 Welfare
Con un’unica card elettronica e una sola app, i buoni pasto di 360 Welfare sono utilizzabili su due circuiti: Yes!Ticket e BluBe, per garantire massima copertura e praticità. Un’opzione che unisce efficienza e attenzione alla privacy.
I principali vantaggi:
- 100% deducibile per le aziende, 75% per liberi professionisti.
- Esentasse fino a 8€ al giorno per i lavoratori.
- Zero costi di attivazione e nessun obbligo di ricarica minima.
- Gestione online veloce, ordini semplici e senza vincoli di riacquisto.
Buoni pasto: Satispay
I buoni pasto di Satispay rappresentano una soluzione totalmente digitale e offre ai lavoratori un benefit moderno, sostenibile e facile da usare.
Perché considerarli:
- 100% deducibili per le aziende, 75% per partite IVA.
- Esentasse per i dipendenti, che ricevono il valore pieno del buono.
- Utilizzabili presso la rete di spendibilità per il welfare aziendale più estesa d’Italia, con oltre 200.000 punti vendita fisici e online.
- Completamente digitali: nessun supporto cartaceo o plastico, per un approccio ecosostenibile.
Buoni pasto: Pellegrini
Con la Pellegrini Card, hai a disposizione l’unico buono pasto italiano facile da utilizzare e spendibile tramite POS bancario.
Perché sceglierlo?
- benefit interamente deducibile per l’azienda ed al 75% per le P.IVA
- sistema di fruizione multicanale (APP e card)
- spendibilità su un network di oltre 120 mila partner con un ambia rete di operatori online
- utilizzabile in tutti i locali dotati di POS bancario